giovedì 24 maggio 2012

L'azione del dipingere nelle fiabe

La fiaba del tempo

La casa di Trespolino era ricolma di orologi.
C’erano due orologi in cucina, tre in salotto, persino quattro in camera da letto, e due nel bagno.
Ai polsi, Trespolino, portava pure diversi orologio, in più ne aveva un paio in tasca e due al collo.
Tutto quanto faceva dipendeva dallo scorrere delle ore e dei minuti.
Si alzava inderogabilmente un quarto alle sette, anche se aveva ancora sonno.
Poi si lavava, e dopo una colazione di quindici minuti, si recava a fare jogging per un’ora esatta, né un secondo di più, ne uno di meno.
Per mezz’ora, quindi, stava immerso nella vasca, e poi, con accanto l’orologio, si recava a dipingere.
Infatti il suo lavoro era quello di pittore, ma pur essendo bravissimo, non riusciva a fare dei bei quadri, era continuamente assillato dalla sua sciocca lotta contro il tempo.
Alle dodici rintoccava il pendolo sopra al camino, quindi era obbligatorio fare pranzo, anche quando la fame non c‘era.
Poi veniva il tempo per guardare la televisione, anche quello cronometrato, e quindi tre quarti d’ora per leggere.
Trespolino tornava poi alla pittura, ma anche qui guardando l’orologio.
Ora uso il giallo per cinque minuti. Quindi do il blu per altri cinque minuti, e dopo ci sono i cinque minuti per il rosso!
Trespolino, insomma era schiavo del tempo, e non riusciva a godersi nulla.
Un giorno, però, cominciarono a rompersi tutti i suoi orologi, come se avessero preso un virus malefico. Trespolino fu costretto ad alzarsi solo e unicamente al sorgere del sole, e le sue ore trascorrevano in base alla luce:mangiava quando aveva fame, si riposava quando era stanco, leggeva quando aveva voglia, e dipingeva quando si sentiva ispirato.
In quel modo riuscì a non essere più prigioniero del tempo, e fu una grande conquista.
Finalmente mi sento libero!
Da quel dì i suoi quadri divennero sempre più belli, senza l’assillo dell’orologio.
E’ il tempo che deve essere al servizio degli uomini, e non viceversa!


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